Il 10 febbraio a Trieste non è un giorno come un altro.
Il 10 febbraio giorno del ricordo, qui in questo lembo di terra, troppo vicino ancora ai confini e ai fantasmi del passato, questa giornata ha avuto e continua ad avere un retrogusto amaro, triste e divisivo.
Il 10 febbraio a Trieste è una data che ancor oggi scuote, divide e soprattutto fa male alle coscienze.
Giornata della memoria Trieste
Un paio di settimane fa, proprio qui all’interno di questo blog abbiamo parlato della giornata della memoria a Trieste, di Risiera e di come questa sia vissuta in città in modo, un po’ vergognoso e colpevole.
Vi è però a Trieste un’altra data, capace di squarciare ancor più le coscienze di una città, portandola a rivivere una delle sue cicatrici più difficili da dimenticare.
Questa giornata è:
Il giorno del ricordo dell’esodo giuliano-dalmata, delle foibe e delle tante persone scomparse.
Ma cos’è questa ricorrenza?
Il Giorno del ricordo è una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno, che ricorda i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. Istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92, vuole “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
fonte Wikipedia
A Trieste questa giornata è sempre molto sentita e sono tantissime le manifestazioni civili e religiose che si celebrano.
Il giorno del ricordo alla foiba di Basovizza
La più nota è sicuramente è quella che si tiene ogni anno alla foiba di Basovizza, alla presenza delle più alte cariche cittadine, regionali e statali e spesso alle nostre alte cariche si uniscono anche i rappresentanti di nazioni vicine.
Iconica oramai la ricorrenza e la relativa foto, datata luglio 2020, quando il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella e l’omologo sloveno Borut Pahor, mano nella mano, hanno reso omaggio alla memoria dei caduti, deponendo una corona di fiori e osservando un minuto di silenzio prima davanti alla Foiba di Basovizza.
Oggi però volevo tralasciare le classiche manifestazioni triestine e parlarvi del giorno del ricordo visto da “fuori” e per farlo vi porto a Milano, a visitare una mostra virtuale.
Sì perché finalmente di questa tanto martoriata e discussa vicenda si inizia a parlare e a commemorare anche al di fuori dei confini cittadini.
Il giorno del ricordo 2022 in mostra a Milano
Negli ultimi anni mi sono state segnalate varie iniziative in Italia: in Veneto, Emilia Romagna, nel Lazio e soprattutto in Lombardia, dove già l’anno passato molte amministrazioni comunali e associazioni hanno organizzato manifestazioni e commemorazioni.
La storia può dividere ma se riusciamo a capirla e accettarla può anche diventare un motivo di riflessione e unione tra i popoli.
Come sempre io non voglio addentrarmi in riflessioni e ideologie che sicuramente non devono essere dibattute in un blog come questo. Credo però che la storia vada sempre accettata, studiata e capita, perciò al di là di ogni ideologia, personalmente ringrazio chiunque aiuti a squarciare veli e a fare chiarezza sul nostro passato, soprattutto quello più prossimo. Perciò ben vengano tutte le iniziative, soprattutto quelle fuori Trieste che cercano di spiegare, capire e far conoscere anche questa pagina triste e dolorosa della storia italiana.
Torniamo però alla mostra in questione il cui titolo mi ha da subito conquistata:
Il confine più lungo. Dai conflitti alla riconciliazione sulla frontiera adriatica
Il confine più lungo, cioè quel lembo di terra che dal fiume Isonzo scende lungo la costa istriana dalmata fin giù alle bocche del Cattaro. In questo pezzo di terra tra ‘800 e ‘900 si è scritta una parte di storia, qui in questi anni si sono fronteggiati due movimenti e due entità che spesso sono finite con lo scontrarsi: l’italianismo e lo jugoslavismo, frammentati a un certo spirito austro ungarico, mai del tutto scomparso.
Queste tre entità, italiana, slava, tedesca hanno portato sicuramente a un arricchimento culturale ma purtroppo in certe occasioni sono anche sfociate in situazioni tragiche e drammatiche.
La mostra è realizzata dall’Istituto nazionale Parri assieme all’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia e al Dipartimento di scienze politiche e sociali dell’Università di Trieste, in collaborazione con la Sezione di Storia ed Etnografia Biblioteca nazionale slovena e degli studi di Trieste, la Società di studi fiumani in Roma, l’Associazione giuliani nel mondo di Trieste e l’Istituto per gli incontri mitteleuropei di Gorizia, con il patrocinio del Ministero della Cultura.
La mostra Il confine più lungo allestita in occasione del giorno del ricordo 2022
L’obiettivo della mostra fa riferimento alle indicazioni fornite dalla legge istitutiva del Giorno del Ricordo ed è quello di offrire al visitatore un’introduzione rigorosa, ma nel contempo facilmente accessibile, alla complessa storia delle terre dell’Adriatico orientale nel corso dell’800 e del ‘900, nonché di mettere a disposizione di chi lo desideri una serie di strumenti di approfondimento di varia tipologia e crescente complessità, che ben si prestano anche all’uso didattico.
Fonte Rete Parri
Particolarità di questa mostra è quella di essere una mostra virtuale (visitabile la link),, che riprende titolo e contenuti di una mostra già allestita in forma fisica nel 2011 dal comune di Rimini (i pannelli di questa mostra sono oggi visibili al sito mostra 2011) rendendola così fruibile anche da chi materialmente non ha potuto visitarla.
La mostra attuale si arricchisce anche di nuovi pannelli immagini, musiche e link che permettono di accedere ad altri prodotti multimediali di approfondimento.
La mattina del 10 febbraio alle 10.00 viene poi organizzata una visita guidata della mostra il confine più lungo, che potete rivedere nel video qui sotto.
Perché ho pensato di segnalare questa mostra?
Perché cerca di spiegare la travagliata storia di un confine ancor più travagliato, delle sue genti e degli avvenimenti che hanno portato durante la guerra e il dopoguerra al tragico epilogo e al dramma delle foibe e all’esodo del popolo giuliano dalmata (se ricordate avevamo già parlato di questo scritto di Red Land il film del 2018, che parlava della triste storia di Norma Crosetto, la giovane studentessa istriana morta infoibata nell’ottobre 1943) .