Ci sono dei giorni in cui ti dici… forse era meglio stare a letto… anzi non aprire proprio gli occhi.
Ci sono dei giorni in cui odi il mondo e vorresti sprofondare.
Ci sono giorni in cui ti ripeti ma come si può essere più cretina di così?
Si ci sono giorni così, poi però una passeggiata in riva al mare e ripensare all’ultimo spettacolo teatrale ti rimettono in riga e la giornata un pochino di 💩, si raddrizza come per magia.
Stamattina avrei dovuto scrivere un pezzo sull’ultimo spettacolo visto in serata al Rossetti, Festen. Ma una notizia inaspettata (ma era poi veramente inaspettata?) e alcuni impegni hanno fatto sì che l’articolo restasse nel cassetto, anzi nella tastiera fino ad adesso, che è quasi notte fonda.
Adesso però le idee si sono chiarite, almeno un pochino e allora proviamo a parlare di Festen, lo spettacolo in scena al teatro Rossetti in questi giorni.
Che dire? Martedì sera ho affrontato controvoglia il teatro, un po’ perché la prosa a giugno, con il caldo che inizia a farsi sentire, sembra fuori luogo. Un po’ perché l’idea di andare a vedere un dramma nordico figlio delle idee di Lars Van Trier, in stile Dogma 95, non mi attirava quasi per nulla.
Invece come spesso succede quello che ti aspetti noioso, poco invitante poi si rivela affascinante quasi magnetico.
Festen un dramma dalle tinte forti
Se non avete mai visto Festen il film cult di Vitenberg, non sapete cosa vi aspetta.
Beh velocemente vi riassumo la trama, guerra psicologica al massacro in una famiglia alto borghese in Danimarca. Durante il sessantesimo compleanno del patriarca di una ricca famiglia ricca del nord Europa Christian il figlio maggiore decide di mettere in piazza i panni sporchi di famiglia.
E che panni!
No no nessun raggiro, nessun capitale occultato, nessun affare sporco ( forse ci saranno ma a noi non interessa) qui si parla di violenze, di suicidi, di incesti e di pedofilia!
E vabbe si sa c’è del marcio in Danimarca
Che allegria direte voi? Beh avete ragione ma una messa in scena perfetta, attori perfettamente calati nella parte, trovate sceniche, che coniugano teatro nel teatro, a riprese cinematografiche riescono a rapire lo spettatore per due ore, rendendo persino lieve il tempo trascorso assieme alla disgraziata famiglia.
Non mi credete?
Beh c’è tempo fino a domenica per sincerarsi.
Da parte mia vi posso solo dire che da tempo non vedevo uno spettacolo così perfetto!
Perciò vi consiglio di vincere le ritrosie (che son sicura sono tante) e andarvi ad immergere nelle fredde atmosfere del cinema danese, riproposto dal al Rossetti di Trieste dal teatro italiano.