Il teatro Rossetti riparte e lo fa con una prima… in tutti i sensi.
Una prima anomala e sicuramente mai banale!
Prima volta che una stagione teatrale al teatro Rossetti riparte a maggio, per protrarsi in piena estate.
Prima volta che gli spettacoli prendono il via con il sole ancora alto in cielo.
Prima volta che usciti da teatro si riesce a cenare a orari normali, magari guardando pure lo spettacolo di prima serata in tv!
Prima volta che si va a teatro a vedere sport! Anzi volendo anche a praticarlo!
Prima volta che la quarta di scena prende materialmente forma, divenendo essa stessa protagonista dello spettacolo; a creare un muro trasparente tra gli attori in scena e il pubblico in sala.
Prima volta che la tecnologia diventa mezzo necessario e indispensabile per seguire uno spettacolo teatrale.
Prima volta anche di Paolo Valerio, neo direttore del teatro Rossetti, che ha pensato, realizzato e recitato uno monologo innovativo, dedicato agli appassionati (di vita, di sport e teatro) che di metafore, d’amore, di sport e soprattutto di ossessioni.
Tutto ciò vi ricorda qualcosa?
Sì il teatro al tempo di pandemia cambia e come tutto si adegua a nuove realtà, nuovi usi, nuove idee e nuovi stati d’animo.
Ripresa della stagione teatrale al teatro Rossetti “anomala”.
Ore 19.30 del 5 maggio 2021 si entra dopo tanta attesa, nuovamente in sala per la ripresa della stagione teatrale al teatro Rossetti , interrotta, causa forze maggiori a novembre.
Si rientra ordinati, distanziati e accolti da svariate novità.
La prima nuova ci aspetta già nel foyer, dove ci vengono consegnate delle cuffie!
Cuffie a teatro
Cuffie? Sì proprio le cuffie, quelle che un tempo si usavano per ascoltare la tv, la musica m,agari per non disturbare o le audio guide durante i tour o le visite guidate.
Quelle che, ultimamente invece, ci siamo abituati ad indossare o a veder indossate durante le tanto amate (o odiate?) video call.
Quelle cuffie che da bambini vedevamo usare soltanto ai concorrenti dei quiz televisivi, arrivati alla prova finale e che oggi invece sono divenute parte della vita di ognuno di noi. Fonte di scambio, di comunicazione, di connessione con il mondo esterno.
Ma che ci servono? Boh? Ancora non si sa…
Il teatro Rossetti: un teatro spaziale
Intanto accendiamole e prendiamo posto in sala, ascoltando un po’ di buona musica. Tanto non si può passeggiare chiacchierando a destra e a manca. Un’altra anomalia di questa strana stagione.
Buio in sala, silenzio! 1642 stelle si accendono sulla volta de il teatro Rossetti e tante lucine blu illuminano la sala. Sono le luci a led delle cuffie.
Il colpo d’occhio è anomalo ma sicuramente d’impatto. Il teatro Rossetti come per magia si trasforma:
sembra di assistere ad uno spettacolo teatrale spaziale!
May the fouth be with you!
Ah no siamo già il 5 maggio, quindi niente omaggio a Star wars.
Il teatro Rossetti riparte
Le luci si spengono, in cuffia si sentono le note di Ricominciamo, sì proprio la hit anni ’70 di Adriano Pappalardo…
mai testo mi sembrò, più azzeccato!
Plexiglas a teatro
Sipario!
Davanti a noi un maestoso muro trasparente.
Un muro di plexiglass.
Il materiale più amato e odiato degli ultimi anni, fonte di sicurezza, ma anche uno dei simboli di divisione e incomunicabilità di questo anomalo periodo.
Un muro trasparente divide sala e pubblico.
Perfetta metafora delle attuali normative vigenti!
Il teatro rossetti porta in scena un delirio di un tennista sentimentale
Dietro alla quarta di scena un uomo solo, uno sportivo in tuta, anzi in pantaloncini e maglietta da tennista, impegnato in una solitaria partita a tennis, con i suoi pensieri, le sue paure, ossessioni, sogni, deliri.
Il tennis a teatro
Il tennis metafora di vita? Lo sport valvola di sfogo, mezzo per evadere una routine che ci blocca e ci imprigiona in una vita che non vogliamo?
860 palleggi contro un muro invisibile, 860 riflessioni di un uomo di mezza età, alle prese con i tormenti e i deliri di una passione inspiegabile e irrefrenabile.
L’amore a teatro ai tempi di pandemia
Anche L’amore evolve con l’età e con i tempi e quindi ci troviamo a riflettere con Max, rivivendo la sua avventura adulterina con Giulia.
Giulia: gioia, tormento, ossessione di un uomo solo con i suoi pensieri e le sue riflessioni.
- Max è uno sportivo.
- Capricorno.
- Sposato.
- Competitivo.
- Ama la famiglia.
Come ogni uomo sportivo e competitivo ama però di più le sfide e soprattutto le ama vincere!
Lo Zodiaco a teatro
Sulla sua strada un giorno arriva Giulia, donna dei Gemelli. Competitiva? Volubile? Imprevedibile?
Beh si sa i gemelli sono due! E non sempre vanno d’accordo!
Una relazione con una donna gemelli non è facile, ve lo dico per esperienza!
Io sono una donna Gemelli!
Alti, bassi, volè, dritti rovesci, pallonetti, qualche colpo in rete! Buona la prima, non entra la seconda, un intreccio di strategie, che logorano l’avversario.
Ritmo che accelera, frenate improvvise, un muro invisibile come una rete con cui mettersi alla prova, ma a differenza della rete non sempre tangibile, misurabile, osservabile.
Un muro invisibile che un giorno presenta un gemello e un giorno l’altro. Il mondo in eterno cambiamento: un giorno slanci d’affetto, un giorno freddezza glaciale.
Un ping pong d’emozioni, una match ad alta intensità.
Un set perfetto, un giro sulle montagne russe!
Tutto questo è una relazione con una donna gemelli!
Una partita che può sembrare un delirio, ma che merita comunque di essere giocata!
L’amore ai tempi della tecnologia
Se poi a questo vulcano di contrastanti emozioni si mescolano e si sovrappongono la distanza, le chat e la tecnologia beh il povero tennista non può che finire a giocare contro un muro invisibile, che a differenza della rete a cui è abituato, non sempre è misurabile.
L’amore ai tempi della tecnologia è una lotta contro spunte blu e notifiche disattivate.
Risvegli notturni ad aspettare msg che non arrivano, frasi d’amore appassionate, mescolate a meme senza senso.
Suonerie, chat, foto, voglia di realtà, incertezza, dubbi, gelosia, frenesia, ossessione, delirio.
Amore e tecnologia non sempre sono alleate e un povero tennista di mezza età rischia di trovarsi spiazzato.
Quindi?
Game over?
Non è detto, perché un buon tennista lo sa:
Una partita non è finita, fino a quando non è finita!