Sì lo so, siamo pieni di problemi e di preoccupazioni e io vi parlo di mare! Avete ragione, ma il ritorno della Festa delle Cape 2022 a Lignano Pineta per me rappresenta un momento di speranza e di ottimismo.
Il ritorno della festa delle Cape 2022 a Lignano Pineta è per me simbolo di speranza
Da oramai più di 35 anni, i primi due fine settimana di marzo sono per me tradizionalmente i primi weekend di mare!
Perché a Lignano Pineta si svolge la Festa delle Cape!
E che sarà mai?
Niente ovviamente, davanti ai problemi che in questi anni abbiamo affrontato e stiamo ancora affrontando. Quest’anno in particolare però, dopo i due anni di stop e di insicurezza, il ritorno di questa tradizionale festa di piazza a me è sembrata sinonimo di speranza e di normalità.
Da trentasei anni Lignano e la Festa delle Cape rappresentano una sorta di anticipo di primavera.
Infatti i primi di marzo, che piova, nevichi o ci sia il sole io tradizionalmente, inizio a sentire odore e sapore di spiaggia, di passeggiate con i piedi nell’acqua e vengo presa da un’irrefrenabile voglia di Lignano!
Quando poi inizio a vedere le locandine che annunciano Lignano e la Festa delle Cape il sole inizia a splendere nella mia mente, perché so che la primavera è oramai vicina e le passeggiate in riva al mare, senza piumini e sciarponi stanno per divenire realtà.
Sardoni, caperozzoli e capelonghe in piazza a Lignano
Il gusto e il sapore del mare ai primi di marzo oramai per una sorta di imprinting iniziano a impossessarsi di me e lo hanno fatto anche negli ultimi anni ma…
…ma mi mancava qualcosa le capelonghe in piazza a LIgnano
Ebbene sì la primavera mi era sembrata negli ultimi anni quasi orfana dei caperozzoli (peverazze o vongole a seconda di come le vogliate chiamare), sardine alla griglia, sardelle impanate, sarde in saor, calamari fritti, seppie in umido e ovviamente delle immancabili capelonghe!
La 36° festa delle Cape
Quest’anno per impegni lavorativi, a Trieste era in corso il Triestebookfest, di cui vi ho parlato nel precedente articolo (se non l’avete letto lo trovate al link), in realtà ho potuto partecipare come si deve, soltanto al secondo weekend della 36° festa delle Cape e la rassegna gastronomica lignanese quasi a punirmi mi ha accolto con una giornata splendida ma molto fredda, molto fredda.
Nonostante il clima non proprio da spiaggia rivedere i bianchi tendoni in piazza d’Olivo e le panche all’aperto è stato comunque rasserenante e ancor più liberatorio del solito.
Festa delle Cape file e festa di popoli
Lo so cosa state pensando, c’è sempre la fila e per mangiare ci vuole molta pazienza. Eh sì è proprio vero, ormai, la Festa delle Cape è diventata così famosa, che per mangiare le squisitezze, proposte dall’Associazione Pescatori Sportivi “al mare” arrivano, in camper, auto e pure in pullman, da tutto il Friuli Venezia Giulia, ma anche dalle vicine regioni e dall’estero.
Infatti, in fila alla cassa lingue e dialetti si mescolano, creando una confusione di idiomi, che vanno dal tedesco, al friulano, passando attraverso il bailamme di lingue slave, che mia colpa, non riesco mai a distinguere e dei dialetti italiani.
Se poi la fila è troppo lunga e, come me non avete pazienza, potete sempre “ripiegare” (per modo di dire) sui ristoranti di Pineta, che vi attendono con i piatti tipici delle Cape, e gustarvi cozze e vongole allo scotadeo o un misto di canestrelli e capesante gratinate, oppure perché no un bel piatto di fritto misto con la polenta.
Io quest’anno ad esempio, ho optato per capelonghe gratinate e spaghetti con le vongole della La Granseola, il ristorante che da sempre si affaccia sulla piazza a mare di Lignano Pineta e permette di gustare i piatti della tradizione marinara friulano veneta comodamente e al calduccio, ammirando il mare, la spiaggia e perché no anche le file e le attese della festa delle cape.
Ma allora bari? Alla Festa delle Cape non ci sei andata?
No, no tranquilli al calar della sera, quando la folla è scemata, sono tornata a prendermi un piatto di vongole e un buon fritto, con la polenta rigorosamente bianca.