Abbiamo visto come Geografie Monfalcone sia un insieme di rotte reali, virtuali, mentali, metafisiche e immaginarie; vicine e lontane nello spazio e nel tempo, alla ricerca di nuove mappe dell’esistere. Tra queste rotte ci sono sicuramente anche degli itinerari che ci portano alla scoperta del territorio, vediamo allora un po’ più da vicino la passeggiate culturali di Monfalcone Geografie e facciamolo inoltrandoci nella Monfalcone insolita.
Passeggiate culturali di Monfalcone Geografie
Monfalcone città a metà tra il Carso e il mare. Monfalcone realtà̀ urbana complessa, ricca di fascino: centro transfrontaliero, industriale e multietnico.
Non può quindi mancare una sezione del Festival dedicata al territorio. Questa rotta nostrana viene arricchita da passeggiate reali “in centro o nei luoghi del “fare”.
Passeggiate alla scoperta di Monfalcone. Vedremo una città diversa, insolita, sconosciuta ai più, ma non per questo non ricca di suggestioni, aneddoti e e storia.
Le passeggiate culturali a Monfalcone proposte durante il festival letterario sono molteplici, ma tutte sono accumunate dal desiderio di far scoprire e amare angoli e storie nascosti e poco conosciuti del territorio monfalconese.
La prima passeggiata di cui vorrei parlarvi è una breve camminata con lo scrittore, giornalista e co-direttore del festival Roberto Covaz, che ci racconta la “sua Monfalcone”, portandoci a zonzo per il centro cittadino guardandolo con occhi diversi. Occhi del tempo, dei ricordi, dei bambini, dell’amore per il territorio.
Passeggiate alla scoperta di una Monfalcone insolita
Camminando lentamente, con brevi soste, di tanto in tanto, per ascoltare spiegazioni e letture ad alta voce, in circa 45 minuti si ripercorre la storia della città bisiaca, dalle sue origini romane, alla sua vita al tempo del MedioEvo, fino alla fondazione dei famosi cantieri navali, che tanto lustro danno e hanno dato a Monfalcone, tanto da meritarle l’appellativo di città dei Cantieri ( se volete approfondire la storia della città bisiaca vi suggerisco di dare un’occhiata al sito del Comune.
Ripercorriamo la storia della città: il nostro percorso inizia infatti ai piedi del Municipio su Piazza Biscotto (come scopriamo essere chiamata dai monfalconesi, causa la sua “golosa” forma) o più ufficialmente detta piazza della Repubblica. Qui ascoltiamo le storie della spianata esterna, delle mura medievali; del pilo veneziano, del lampione austriaco; del palazzo municipale e degli edifici di pregio. Scopriamo che il Carso entra nella citta fino a ridosso del Municipio, per poi lasciar spazio a una morfologia pianeggiante, che lentamente conduce al mare.
Monfalcone i suoi canali e i suoi cantieri
Mare che a Monfalcone sembra un po’ nascosto, ma che tanto invece influisce sulla storia e sull’economia soprattutto quando tra la fine del 1800 e i primi anni del 1900, quando ancora sotto l’impero austro-ungarico il conte Eugenio Valentinis (podestà austriaco e padre del primo podestà italiano) ebbe l’idea rivoluzionaria di costruire il canale navigabile più a nord dell’Adriatico, (canale tuttora esistente, anzi in fase di riqualifica, che poi prenderà il suo nome), portando di fatto il mare in città e iniziando a immaginare la rivoluzione cantieristica che poi prenderà vita.
In realtà il primo canale a essere inaugurato fu il canale voluto da Antonio de Dottori, (e a lui poi intitolato), con iniziale scopo agricolo e di irrigazione, che da Sagrado, passando per Fogliano e Ronchi, raggiungeva Monfalcone, collegandosi poi a porto Rosega.
Particolarità di questo canale è che lungo il percorso la sua sezione si adattava via via alla diminuzione della portata d’acqua causata dei prelievi per l’irrigazione, mentre la pendenza variabile permetteva di raggiungere un dislivello utile alla formazione di sei salti, che permettevano di generare energia elettrica attraverso 5 centraline elettriche.
Monfalcone town
La ricchezza di acqua, energia e l’alto fondale, tipico del mare monfalconese convinsero i Fratelli Cosulich, armatori originari dell’isola di Lussino, nel golfo del Quarnaro, ad avviare la costruzione del Cantiere Navale Triestino (CNT) di Monfalcone, fondato il 3 aprile 1908.
Ma lasciamo la storia dei cantieri navali monfalconesi perché a lei e non solo, è dedicata un’altra passeggiata (se vuoi saperne di più al link trovi l’articolo su Panzano, la Company Town di Monfalcone) e rientriamo nella città di Monfalcone spostandoci in piazza Cavour a scoprire le vicende dell’ex mercato comunale, ora galleria d’arte.
Nell’ex mercato riconvertito a galleria d’arte vengono sempre allestite mostre molto interessanti, (ecco a proposito il link all’articolo sulla mostra di Kandinsky dello scorso anno, ma poi ci torneremo a vedere la mostra attuale).
Lasciamo anche la galleria d’arte su cui torneremo per soffermarci su un edificio che oggi forse dice poco, ma che in realtà è il simbolo di una Monfalcone, pensata e sognata, ma poi di fatto mai realizzata.
Infatti durante gli anni 50, la città bisiaca fu oggetto di uno sviluppo edilizio compulsivo. Per lavorare nei cantieri arrivavano a Panzano pullman da tutto il Friuli, questo porta ovviamente alla ricerca di spazi abitativi e nasce così piazza Cavour caratterizzata da scelte architettoniche da grande città, con eleganti palazzi, progettati da grandi architetti. Esempio ne è proprio l’edificio, che richiama in parte una nave, progettato dall’architetto Vittorio Guacci (quello che ha disegnato pure Montegrisa), che immagina uno sviluppo industriale ed abitativo della città verso la rocca.
Nasce così è Piazza Cavour, la piazza del popolo, dei cantierini e degli affari.
Monfalcone operaia
Lasciata anche la piazza degli affari di Monfalcone ci dirigiamo in piazzale della Resistenza e in via San Francesco, nel primo villaggio operaio di Monfalcone. Là dove un tempo sorgeva l’ex Cotonificio, per scoprire che è questo il nucleo operaio più antico della città, (oggi quasi completamente scomparso), delle quattro palazzine originarie ne restano solo due. Questo primo borgo operaio è quindi precursore di quella che sarà poi la company town di Panzano (ma di questa parleremo meglio in un’altra passeggiata).
Scopriamo che inizialmente qui sorgeva un colorificio demolito nel 76, il vecchio opificio, simile alla torre del Lloyd, realizzato dal la famiglia triestina Brunner, faceva capo ad investitori e imprenditori austriaci.
La costruzione, di cui rimangono solo ricordi fotografici era molto particolare perché edificata su palafitte poste sopra alle rogge che scendevano dal Carso a formare una sorta di lago. Qui poi è stato costruito un nuovo mercato, che però non è mai diventato operativo perché troppo freddo e umido. Forse, chissà diventerà un centro sportivo .
Monfalcone entro le mura medievali
Risalendo verso la rocca scorgiamo il bel Giardino Patuna che segna il passaggio tra il Carso e la pianura e riviviamo i drammatici momenti della guerra quando sotto la scalinata che oggi porta alla rocca di Monfalcone c’era un tunnel, che fungeva anche da rifugio antiaereo, teatro di una grandissima e drammatica esplosione.
Scendiamo quindi in Corso del Popolo, dove ritroviamo le tende di Monfalcone geografie per rientrare all’interno delle mura medievali , che possiamo ammirare nei loro resti in piazza Falcone e Borsellino, per terminare sotto l’antico gelso che assieme ai portici raccontano la storia veneziana di Monfalcone.
Dietro la chiesa infatti siamo nel cuore medievale della cittadella e ricordiamo il vecchio campanile, spazzato via dai bombardamenti, dove c’era ecce omo amante di Canova e l’antica base della fontana di San marco con leone con libro aperto Che simboleggia la pace perché in tempo di guerra il libro verrebbe chiuso.
Un ultima curiosità il nuovo duomo viene rifatto nel 1920 e dietro c’è la roggia San giusto che forse un domani verrà riaperta… e di questo chissà magari ne riparleremo…