Le previsioni per il weekend sono brutte? Non demoralizziamoci, le città d’arte del Friuli Venezia Giulia offrono tantissime alternative, mostre, musei, spettacoli.
Un’idea: Omaggio a Mirò a Trieste
A Trieste in mostra gli artisti che hanno segnato e rivoluzionato l’arte del novecento
Nel capoluogo giuliano infatti continuano le interessanti mostre e proprio in questi giorni hanno preso il via alcune interessanti esposizioni dedicate alle opere di alcuni artisti rivoluzionari.
All’interno degli spazi del sempre affascinante Salone degli Incanti si è da pochi giorni aperta la mostra Fulmini di David Le Chapelle e a sole poche centinaia di metri, nella prestigiosa cornice del Museo Revoltella – Galleria d’Arte Moderna si è scelto di fare un Omaggio a Mirò.
Trieste in mostra 2023, dopo le mostre che ci hanno fatto ripercorrere la vita e le opere di Frida Khalo, Banksy e Kandinsky a Monfalcone, continuano in Venezia Giulia le esposizioni dedicate agli artisti che hanno segnato e in parte anche rivoluzionato il mondo artistico del novecento e di questi primi anni del nuovo secolo.
Ieri infatti a Trieste si è aperta la nuova mostra “Omaggio a Mirò” a Trieste. E noi siamo andati all’inaugurazione per potervela raccontare.
Omaggio a Mirò a Trieste
Nell’ottica di mostre che più che esporre semplicemente delle opere riescano soprattutto a raccontare, rappresentare e spigare al grande pubblico l’anima e la vita degli artisti, per farci meglio capire l’essenza del pensiero e dell’operato dei personaggi che hanno segnato la cultura a cavallo di due secoli a Trieste si è scelto di fare un omaggio all’estro e alla creatività di Mirò.
Ma vediamo adesso chi è Mirò e facciamolo facendoci aiutare dal sito del Museo Revoltella.
Chi è Mirò
Pittore, scultore e ceramista, Joan Miró (Barcellona, 1893 – Palma di Maiorca, 1983) è uno dei più importanti artisti del Novecento, sebbene da giovane viene convinto dalla famiglia a studiare economia per lavorare come contabile in una drogheria. Un esaurimento nervoso all’età di 18 anni gli consente di cambiare vita e nel 1920, a 27 anni, si trasferisce a Parigi, dove conosce Picasso e frequenta il circolo dada di Tristan Tzara; questi eventi giocano un ruolo chiave nel suo percorso di formazione artistica.
Torna a Barcellona dodici anni dopo ma allo scoppio della guerra civile spagnola è costretto a fuggire a Parigi. Nel 1940 però la capitale francese viene invasa dalle truppe naziste, così Miró è costretto a tornare in Spagna, per andare a vivere nei luoghi a lui più cari, la campagna catalana e l’isola di Maiorca.
Miró è considerato il più fervente esponente del surrealismo, ha infatti palesato il suo disprezzo per la pittura convenzionale, dichiarando che andrebbe “stuprata, uccisa e assassinata”. La realtà per Miró è un punto di partenza, mai di arrivo. Le opere di Miró conservano un aspetto onirico e allucinatorio grazie all’impiego di colori forti e decisi come il giallo, il nero, il rosso o il blu. È fatta di forme essenziali, come se l’artista spogliasse il soggetto di tutto ciò che è superfluo.
Dal sito del Museo Revoltella – galleria d’arte moderna di Trieste
L’arte di Mirò tra pittura, ceramica, tessile, musica e grafica
Nell’Omaggio a Mirò si sono cercate di rappresentate tutte le sfaccettature di questo poliedrico artista, facendoci scoprire come l’estro dell’artista si sia misurato con tutte o almeno tantissime forme dell’arte.
Dal 29 aprile al 24 settembre, si potranno ammirare circa 80 opere tra dipinti, tempere, acquerelli, disegni, sculture e ceramiche provenienti da musei francesi e collezionisti privati, completata da una serie di opere grafiche, libri e documenti. Il tutto arricchito, come oramai da tradizione, da una sezione multimediale come sempre molto coinvolgente e instagrammabile, che offre al visitatore una suggestiva esperienza immersiva nei colori di Miró.
Joan Mirò un artista poliedrico
L’importante nucleo di opere esposte copre un periodo di sei decenni della carriera di Joan Miró.
Focus in particolare è dato sulla trasformazione dei linguaggi pittorici, che l’artista catalano inizia a sviluppare fin nella prima metà degli anni ’20, spaziando con le sue metamorfosi artistiche nei campi del disegno, pittura, collage e opere di tappezzeria.
La produzione artistica del Maestro Miró si avvale infatti di una poliedricità di forme e mezzi espressivi, dalla pittura alla ceramica fino all’opera grafica, che gli hanno permesso di esprimere il suo spirito innovativo, attraverso segni, colori e superfici.
Per me Mirò era ed è tuttora soprattutto astrattismo, colori vivaci e bei ricordi:
Barcellona, le sue case pazze e i suoi coloratissimi giardini a tema e soprattutto il logo del mondiale di Spagna ’82, la mostra mi ha fatto conoscere invece tantissime altre sfaccettature del genio d’artista.
La mostra su Mirò
Il percorso espositivo, accompagnato da una importante sezione fotografica e da alcuni video inediti che raccontano il privato e il pubblico del grande maestro del surrealismo europeo mi hanno trasportato all’interno del mondo e della mente dell’artista spagnolo regalandomi alcune conferme ma sicuramente tantissime sorprese. Ho ritrovato sicuramente la gioia di vivere, il colore, quasi un senso ludico dell’arte, ma ho al contempo scoperto un uomo serio, un professionista.
Se io Mirò me lo sono sempre immaginato come un artista pazzerello ho scoperto un uomo sobrio, dall’aspetto quasi banale, che potremmo scambiare per un contabile, un avvocato o un ragioniere e la sua opera un’insieme di studi, bozzetti, prove, prototipi alla ricerca della perfezione per la sua idea di arte e per quella dei suoi clienti.