Fare una passeggiata ad Aquileia è come fare un viaggio nel tempo (ma questo l’ho già detto nell’articolo al link), si parte dai giorni nostri e si arriva nell’antica Roma. Aquileia infatti si dice abbia tre vite e io oserei direi anche di più.
Iniziamo allora questo viaggio nella storia con una prima tappa, la più antica, quella alla scoperta degli scavi archeologici di Aquileia romana.
Potrei raccontarvi per filo e per segno cosa vedere in ogni area e in ogni scavo, ma quello potete tranquillamente trovarlo in rete o nelle tante brochure illustrative, che trovate negli info point in loco, cercherò invece di farvi scoprire novità e qualcosa di inusuale sulla città di Aquileia, partendo dalle sue vestigia più antiche, quella dell’Aquileia romana e soprattutto cercherò di raccontarvi qualcosa di nuovo.
Perché Aquileia negli ultimi anni è un grande fermento di novità e scoperte (al link ne trovate un primo assaggio scritto per il blog di Turismo Fvg), tra nuove scoperte, scavi in corso, restauri, ampliamenti e ristrutturazioni.
Aquileia romana
Potrei raccontarvi i monumenti più famosi, le date e gli accadimenti principali, potrei snocciolare nomi, santi ed eroi, invece preferisco accompagnarvi in un viaggio tra i reperti di Aquileia, alla scoperta di quanto di simile a noi ci fosse nelle città romane.
Il più importante sito archeologico del Friuli Venezia Giulia infatti nasconde sotto di sé storia, arte e cultura non smettendo mai di stupire studiosi, storici e archeologi e semplici visitatori con i suoi continui rinvenimenti di resti di un fasto passato e ogni ritorno, ogni nuova visita regala inaspettate sorprese.
Iniziamo a dire che Aquileia ai tempi dei romani era una delle città più grandi d’Europa. Oggi ad una prima vista superficiale sicuramente non si direbbe, ma un tempo la cittadina friulana era una delle città più grandi dell’Impero romano.
Scavi archeologici di Aquileia
Iniziamo allora a visitare Aquileia romana partendo da uno dei suoi luoghi più famosi, più facilmente visibili, più fotografati e più iconici: il foro romano di Aquileia.
Il foro romano infatti è visibile a chiunque, anche al turista più pigro e distratto.
Già percorrendo la strada regionale 352, quella per capirci che collega Cervignano a Grado il foro sfila dinnanzi al finestrino.
Il foro romano di Aquileia quindi lo si può comodamente ammirare anche seduti al volante, nessuna fatica nessuno sforzo, vabbè ok ma noi scendiamo per dargli un’occhiata più approfondita, che vi assicuro merita!
Ma ai tempi dei romani la strada correva nella stessa posizione? E cos’era il foro romano e cosa potrebbe essere oggi nelle nostre città?
Foro romano di Aquileia
Il foro altro non era che una grande piazza, cuore della vita civile e religiosa della città romana.
Della grande piazza, oggi rimangono visibili soltanto alcune colonne (in parte ricostruite negli anni ’30 e ora in fase di restauro), sormontate da capitelli. Esse erano parte di un porticato, occupato dalle botteghe (tabernae), qui si comprava di tutto: stoffe, gioielli preziosi, profumi, vini pregiati, frutta, oggetti per la casa. In pratica era il luogo dello shopping delle matrone (le ricche signore romane).
Sul lato sud del Foro c’era la Basilica civile, luogo deputato all’amministrazione della giustizia e sede di riunioni di carattere pubblico.
Vi allego le interessantissime ricostruzioni in 3 D fatte dagli studiosi della Fondazione Aquileia, che ci aiutano a capire realmente com’era fatta una città romana.
Portici, negozi, bar e ristoranti, shopping oggi si direbbe il centro della movida.
Ad Aquileia il foro era chiuso alla viabilità e si trovava alla confluenza delle strade principali (vi ricorda qualcosa? Eh sì già gli antichi romani avevano le isole pedonalizzate, perché tra cavalli, bighe e carretti il traffico già a quei tempi era convulso).
Quindi il foro romano era più o meno come le nostre piazze cittadine chiuse al traffico e generalmente poste al centro del centro cittadino.
Generalmente il foro di Aquileia è aperto alle visite dalle 9.00 alle 18.00 (19.00 nei mesi estivi), adesso è temporaneamente chiuso al pubblico perché soggetto a lavori di ripristino.
Il decumano
Il foro e la basilica civile si affacciavano sul decumano, di cui si possono vedere ancor oggi larghi tratti (attualmente visibile al di là dalla strada di ingresso ad Aquileia – la regionale di cui abbiamo già detto prima e interessata in questo periodo ad un azione di “restyling” che ne ha permesso l’apertura al pubblico anche in ore serali, grazie ad un’illuminazione).
Il decumano è la grande via di comunicazione est-ovest, che assieme al cardo, (la strada che attraversava l’Urbe romana in direzione nord-sud), rappresenta la base dell’urbanistica dell’Urbe, dividendo la città in quadrilateri, praticamente una sorta di moderni isolati.
La città romana quindi ha una struttura molto semplice e lineare che ricalcava per organizzazione, quella del castrum, l’accampamento militare, ma che difatto ritroviamo oggi in gran parte di paesi e città di tutto il mondo. Basti pensare alla semplice via maestra, (tipica dei nostri paesi) e alla struttura a quadrati, o isolati tipica delle più grandi metropoli del mondo.
Il porto fluviale di Aquileia
Collegato al foro, attraverso il decumano, c’era il grande porto fluviale di Aquileia, tra i primi dieci porti più importanti dell’Impero.
Oggi non si direbbe proprio, ma ai tempi dei romani Aquileia sorgeva alla confluenza di due grandi fiumi: il Natissa e il Torre e in più Aquileia antica affacciava anche sul mare.
In realtà anche oggi Aquileia affaccia sul mare (credetemi è proprio così, per essere più precisi oggi affaccia sulla laguna, infatti è possibile raggiungerla anche in barca), ho verificato e se volete scoprire come leggete l’articolo Laguna history.
Torniamo però ai nostri reperti archeologici e nello specifico al nostro porto fluviale.
Qui su un lato si affacciavano i magazzini, mentre sulla sponda opposta sorgeva un quartiere di periferia abitato da gente che aveva a che fare col porto (marinai, doganieri, ecc.)
Scavi archeologici di Aquileia : le case romane del fondo Cossar
Tra il porto e il foro (nella zona denominata oggi Fondo Cossar) troviamo un quartiere di case romane, sede di uno dei più interessanti scavi archeologici aquileiesi, indagato fin dagli anni ’50 e tuttora sede di molti studi.
Si tratta di abitazioni patrizie, dai pavimenti musivi bellissimi e molto delicati, (qui sono stati rinvenuti molti dei mosaici pavimentali, che oggi troviamo conservati nei musei di Aquileia: il pavimento del fiocco, il mosaico del ratto d’Europa, l’asaroton o pavimento non spazzato, quello con l’immagine della Nereide e il mosaico del buon pastore.
Le case di questo quartiere risultano essere case a corridoio, addossate l’una all’altra, con muri laterali comuni, poste tra le due strade lastricate della città, i così detti cardini, di cui abbiamo detto prima, (sì bravi sempre il decumano e il cardo), una sorta di odierne case a schiera (come sempre noi non inventiamo nulla).
Domus di Tito Macro
In quest’area è stata rinvenuta anche la Domus di Tito Macro, una delle più vaste dimore di epoca romana rinvenute nel Nord Italia. La Domus è caratterizzata da una struttura ad Atrium, con un porticato e un giardino interno scoperto. Un unicum questo per il nord Italia, in quanto struttura generalmente caratteristica di climi più miti.
Si dice che Tito Macro, il supposto patrone dell’abitazione, fosse un commerciante ricchissimo e la sua dimora una tra le più maestose della città.
Il tenore di vita dei proprietari è testimoniato da alcuni ritrovamenti interni alla casa (un bellissimo anello d’oro, sesterzi e un tesoretto di ben 560 monete). L’attribuzione della Domus al facoltoso abitante si deve al ritrovamento di un peso di pietra con maniglia di ferro con l’iscrizione T.MACR.
Alla casa si accedeva da ovest, attraverso un atrio sorretto da quattro colonne e dotato di vasca centrale per la raccolta dell’acqua e di un pozzo, parzialmente conservatosi e integrato nella parte mancante.
In asse con l’accesso si trovava il tablino, sala da ricevimento del padrone di casa, con ricco pavimento musivo. La parte retrostante della casa gravitava su uno spazio centrale scoperto, il giardino, circondato da un corridoio mosaicato e dotato di una fontana.
Su di esso si apriva la grande sala di rappresentanza e, a sud, il triclinio, affiancato da ambienti di soggiorno e da una stanza da letto (cubicolo). A nord si trovava invece la cucina con bancone in muratura, mentre nella parte orientale sono state riconosciute quattro botteghe, tra le quali anche il negozio di un panettiere con il forno per la panificazione, i cui resti sono rimasti in vista.
cit. Fondazione Aquileia
Particolarità di questa casa è il lavoro innovativo voluto da Fondazione Aquileia per valorizzarla. I resti della domus, inaugurata e visitabile dal pubblico da pochi anni, sono stati coperti con una struttura che richiama la volumetria originale, dando al visitatore l’impressione di passeggiare in una vera dimora romana.
La struttura è sostenuta da pilastri d’acciaio, color rosso pompeiano a ricordare le colonne e a ricostruire i volumi dell’antica domus; il tetto, composto da un’intelaiatura lignea, è stato coperto con tegole ispirate a quelli in uso in età romana.
La Fondazione Aquileia annuncia inoltre che la domus sarà dotata anche di un allestimento multimediale che, permetterà al visitatore di percorrere gli spazi interni dell”antica dimora romana e allora vediamo un esempio di multimedialità.
Ma in cosa differisce quest casa dalle nostre?
All’interno della casa troviamo particolari degni di un Interior Designer moderno. Una cosa che personalmente mi ha colpito sono i pavimenti mosaicati in cui il disegno posto al centro della stanza andava a sostituire il tappeto, perché mi è stato spiegato la tessitura a quei tempi costava molto più dell’edilizia e aggiungo io il mosaico non necessita neppure di venir sbattuto periodicamente.
Se i pavimenti di sale e camere sono riccamente adornati di mosaici colorati e figurati, quelli elle cucine sono caratterizzati da un mosaico a frammenti, che ricorda molto da vicino l’ancor moderno pavimento veneziano.
Nelle camere poi un’altra particolarità i mosaici scarni e schematici disegnano con linee e colori la posizione dei mobili. Un’idea questa che forse i nostri architetti potrebbero copiare, risparmiandoci così inutili e spesso inconcepibili rendering.
Al centro della casa, un giardino aperto all’esterno soltanto attraverso un Impluvio, che porta luce e calore alle stanze su di esso affacciate. Non vi ricorda forse la moda dei moderni architetti di creare punti luce naturali dal tetto.
Attorno al “giardino d’inverno”, come lo chiameremmo oggi si apriva la grande sala di rappresentanza affiancata da ambienti di soggiorno e da una stanza da letto molto piccola (ricordate la moda anni 60/70 delle stanze da letto minimali e dei grandi spazi conviviali, ecco svelato il mistero l’abbiamo copiata dai romani).
Anche l’ambiente cucina risulta piuttosto piccolino con una sorta di “isola” su cui porre il fuoco per cucinare i cibi, sempre moderna questa Aquileia romana.
Il quartiere residenziale di Aquileia – Domus Cal
Immediatamente fuori le mura della citta romana, oggi al di là della strada regionale (sempre lei), troviamo un quartiere residenziale, caratterizzato da ville e giardini.
Particolarità di queste case ricche, è quella di avere bellissimi mosaici, grandi giardini esterni ed interni, abbondanza di pozzi e ricche sale per banchetti a forma absidale,.
Qui in queste absidi il padrone di casa, riceveva gli ospiti seduto sul suo triclinio, posto su un piano leggermente rialzato rispetto al resto della casa.
Il tutto ricorda la conformazione delle chiese cristiane con le absidi rialzate su cui è posto l’altare, nevvero?
Della serie niente si butta tutto si copia!
Cosa ci rimane ancora da visitare?
Un’altra zona interessata negli ultimi tempi da scavi, rinvenimenti e scoperte, la zona dei mercati, perché si sa Aquileia era prima di tutto un porto, un punto di contatto tra il nord e il sud, ma anche tra l’est e l’ovest e quindi il commercio la faceva da padrone.
Le piazze dei mercati
All’interno delle cinte murarie poste a difesa di Aquileia infatti si trovava una grosso emporio commerciale in cui si riconoscono tre piazze distinte (una tra l’altro di recentissimo scavo).
I primi scavi nei cosidetti Fondi Pasqualis, all’estremità sud-occidentale dell’Aquileia antica, risalgono al 1953-54 e hanno evidenziato due tratti di mura di cinta con alle spalle aree scoperte con mercati, magazzini e mura.
Nuovi recentissimi scavi anche qui hanno portato nuove scoperte e soprattutto un nuovo ritrovamento che ridisegna ampliando ancor più l’Urbe e il suo cuore mercantile.
Al di sotto di una vigna è stata rinvenuta una piazza quasi perfettamente conservata, lastricata in calcare di Aurisina ed estesa per 26 metri in lunghezza e 6 in larghezza, circondata da due serie di pilastri ai lati probabilmente a costituire un portico a due navate.
Tracce di vita vissuta, utensili, monete, vasi, anfore e oggetti di uso quotidiano fanno poi presagire che ulteriori scavi, in futuro, potrebbero regalare ancora una piazza, confermando così la sensazione di Aquileia nodo intermodale (si direbbe oggi) affacciata sul mondo globale costruito dagli antichi romani.
I mercati si e anche visto essere luoghi di incontro e di socialità, infatti ai bordi delle piazze dei mercati, tra botteghe e bancarelle sono stati rinvenuti anche giochi con pedine rendendo le zone dei mercati anche luogo di svago e di socialità.
Il nosto viaggio en plain air, nell’Aquileia romana per adesso finisce qui, da vedere c’è ancora tanto, ma oggi non avevamo voglia di chiuderci in musei, palazzi e basiliche.
“Tocchera” tornare per apprezzare anche l’Aquileia tardo romana o per vedere più da vicino i mosaici custoditi nel palazzo episcopale o nella sudhalle.
“Tocchera” tornare anche per spingerci lungo il decumano alla scoperta dei nuovi luoghi di scavo, dove teatri e terme stanno restituendo tutta la magnificenza e la grandezza della metropoli romana.
“Tocchera” infine tornare per raccontare il sepolcreto, luogo di grande fascino e poco conosciuto, perché Aquileia sotto alla terra e i suoi campi ha ancora tanto da svelare e da raccontarci… magari potremmo tornare, magari perché no navigando…