Vi ricordate la passeggiata, che abbiamo fatto tempo fa tra i vicoli della Piccola Parigi a Trieste?
Passeggiare e leggere a Trieste: la piccola Parigi
No!?! Allora rileggetevi l’articolo sulla Piccola Parigi triestina! E attenti che poi vi interrogo!
Non avete voglia di rileggere, vabbè per questa volta passi anche perché in questi giorni di Triestebookfest (l’avete seguito il festival, vero? Vi avevamo pure raccontato il programma in anteprima, al link trovate l’articolo) siamo andati a scoprire nuove sfumature della Piccola Parigi e l’abbiamo fatto facendo una passeggiata letteraria, assieme all’autore dell’omonimo libro. Vi ricordate il libro? No? Vi lascio il link alla recensione fatta all’uscita!
Ma torniamo ad oggi.
Passeggiata con l’autore nella Piccola Parigi
La Piccola Parigi di Massimiliano Alberti è il romanzo ambientato proprio in questa zona di Trieste, che ha avuto il merito di richiamare l’interesse dei cittadini su questa zona nascosta e un pochino dimenticata.
Quest’anno finalmente all’interno del Triestebookfest, dedicato alle Sfumature di Trieste, siamo riusciti ad ospitare questa passeggiata in compagnia dell’autore. Un piccolo viaggio in uno degli angoli più caratteristici e insoliti della nostra Trieste, rivelatrice di un’inaspettata sfumatura “bohemiennemente” parigina della nostra asburgica città.
Il connubio letteratura e Trieste non è di certo nuovo; molti luoghi iconici della città sono infatti rappresentati nei suoi romanzi più noti: Passeggio San’Andrea, Giardin Pubblico, via Rossetti, le Rive, CittaVecchia, il Carso, la Sacchetta, il mare, San Giusto sono rappresentate e descritte in romanzi e poesie di illustri concittadini, come Svevo, Joyce, Saba, Tomizza, Slataper e via dicendo.
Oggi però abbandoniamo la letteratura mainstream e andiamo a fare una passeggiata con l’autore nella Piccola Parigi.
Il libro La Piccola Parigi
Quando apriamo il libro La Piccola Parigi, veniamo catapultati in un mondo parallelo. Attraversiamo un anonimo arco, quello che separa la trafficata e anonima via Giulia e il magico mondo senza tempo della nostra Monmartre triestina.
Prepariamoci a lasciare Trieste e ad entrare a Parigi o almeno in quella Parigi in miniatura, che la leggenda narra abbia accolto anche Napoleone.
Una ristretta lingua di terra che da valle risale una collina. È curioso immaginare come a un tempo queste mura fossero il rifugio di soldati e destrieri, stalle e case di dolce permanenza.
La Piccola Parigi – Massimiliano Alberti -Infinito Edizioni
Leggenda o verità che sia, si narra che anche Napoleone Bonaparte in persona ne approfittò per schiacciare un pisolino da quelle parti anche se o specie se, per lecita scarsità d’interesse più che per debita ignoranza, nessuno oggi ricorda ciò che forse ha mai saputo. In fondo,
di storie di guerra e di morti se ne trovano a palate, persino di allegri bevitori e di donne carillon.
Varcare l’arco tra Trieste e la Piccola Parigi è un po’ come fare un viaggio nel tempo e nello spazio.
Varcare quell’arco è quasi entrare in una dimensione diversa, parallela, sospesa.
Varcare quell’arco è un po’ attraversare un confine immaginario che divide la Mitteleuropa dalla ville Lumière.
Varcare quell’arco è abbandonare il grigio dell’asfalto, il plumbeo di anonimi casermoni di periferia e venire catapultati in un angolo nascosto e dimenticato dai più.
Un angolo fatto di colori tenui, di particolari, di scale, scalette, archi, passaggi segreti, suoni, rumori, odori, luoghi diversi, lontani, ma al contempo vicini; esotici, ma al tempo stesso familiari.
Dietro un anonimo arco di via Giulia scoprirete un mondo: La piccola Parigi
Varcare quell’anonimo arco significa entrare in un mondo sospeso, dove i clacson e i rumori del traffico lasciano il tempo al miagolii dei gatti, lo scoppiettare dei motorini si alterna al fruscio delle biciclette, il chiacchiericcio dei giardini e delle finestre aperte si sovrappone alla frenesia del mondo.
Varcare quell’arco è lasciarsi alle spalle pali della luce, fili del telefono, fermate dell’autobus, cartelloni pubblicitari per immergersi tra alberi di cachi, fichi. pergolati di vite, campi di zucche, gatti e tanti scalini.
Perdersi alla ricerca di profumi dimenticati, di odori di natura, di libertà, che man mano che si risale la collina divengono via via più intensi.
Varcare quell’arco è lasciare l’asburgica Trieste per ritrovarsi come per incanto catapultati nell’atmosfera un po’ decadente di Pigalle, nella magia un po’ retrò di Monmartre.
Varcate quell’arco ed entrate nella piccola Parigi, lasciatevi trasportare nell’incanto di una Trieste da riscoprire oppure aprite il libro e fatevi trasportare, nel mondo di Lorenzo e dei suoi amici, tra
«(…) casette (…) in parte tutte uguali,come le nostre.
Credo che a un tempo si trattasse di un paese».
«È la Piccola Parigi – replicò Christian, muovendo con un piede dei
sassolini –. Me l’ha detto mia nonna. Viviamo nella Piccola Parigi…».
«Ah ah! – rise Tullio –. E dov’è la Torre Eiffel?».
Passeggiata letteraria nella Piccola Parigi
Questa passeggiata letteraria nella Piccola Parigi, tra vicoli, scalette, panni stesi, gatti al sole, accompagnati da racconti, aneddoti, letture e qualche nota di fisarmonica, nata quasi per un gioco, per scherzo, riscuote invece sempre più successo, tanto da far pensare di poter diventare un appuntamento fisso nell’offerta turistica della nostra amata e insolita città.
Infatti oramai arrivata alla sesta replica, è sempre più seguite e apprezzate.
Ma lasciamoci raccontare qualcosa di più da alcune immagini